Si è svolto presso la galleria del Museo del Primitivo delle cantine di Manduria, il convegno di comunicazione dei piani di sostegno regionale alla viticoltura Pugliese.
L’assessore Leonardo Di Gioia affiancato dal Prof. Gianluca Nardone, hanno descritto nei dettagli tecnici il piano e le metodologie di assegnazione delle risorse finanziarie, di fronte ad una platea di viticoltori ansiosa di ascoltare notizie rassicuranti.
La regione Puglia è riferimento nazionale per il successo conseguito in campo internazionale. Un esempio è il Primitivo docg, realtà che richiede maturità, responsabilità ed evoluzione, sottolineano i relatori.
Quanto reso eccellente dalla tradizione e dall’esperienza nel produrre vino, va ora affidato in missione ai giovani successori nella conduzione di vigneti e cantine. Il messaggio è molto chiaro, le risorse ci sono, non hanno i numeri del passato e saranno attribuite con valutazione di merito ai progetti considerati “on top”.
L’agricoltura ha trainato con il suo turismo il miracolo del Salento e non c’è dubbio che la proposta sia spesso il risultato di gestioni aziendali dotate di talento familiare. L’istinto a condurre a profitto il quotidiano è questo uno dei grandi valori della nostra terra. La rievocazione del “progetto meritocratico per eccellenza” è un chiaro richiamo alla competizione finanziara, che le difficoltà del momento impongono.
La grande scommessa è quindi vedere attivare duemila nuove aziende condotte da giovani, magari poste a tutoraggio culturale da questi professionisti viticultori over 50, che hanno reso grandi gli alberelli di primitivo, seguendo i ritmi di madre terra e che ora dovranno sbirciare fra le tastiere agricole della nuova economia.
Sono certo che, come l’aratro ha sostituito la zappa ed il trattore il mulo, i figli faranno meglio quanto trasferito dai migliori padri, purchè un alberello docg non diventi tendone e la tradizione esclusivo guadagno. Uomini saggi, hanno saputo traghettare l’antico al vecchio e lo statuario Fulvio Filo Schiavoni né è l’emblema. Che i nuovi tecnici sappiano far evolvere a benessere, quanto hanno oggi nelle loro mani, per non stravolgerlo ed ottenere benefici rapidi ed immotivati che cancellino storia e cultura.
Questo nella nostra terra è già accaduto, l’ILVa e le sua illusione, ora resta lo slogan di celebrazioni clientelari e tanta distruzione, umiliata da decreti salva interessi e progetti di bonifica, mai finanziati. D’altra parte curare costa e si risparmia anche su quello.
Il sole sorge solo quando gli conviene, cantano dal palco le eccellenze rock dei nostri giovani figli e nipoti, a loro riponiamo fiducia e speranza, che sappiano che il sole sorge per dar vita ai vigneti ogni giorno ed in ogni condizione climatica, forse questo è il vero compito dei veterani “Maestri del Primitivo”, la missione di consapevolezza da trasferire a progetti ed economie più veloci della vegetazione.
Delfini prospettici 🙂