Il vulcano del Gargano, l’eruttivo Gegè Mangano di Monte Sant’Angelo (Fg), lo chef da amare o evitare, perché a casa sua comanda e basta. Detto così sembra uno scontro, in verità l’esuberante volontà di arrivare di questo conosciutissimo ristoratore garganico ti apre la strada verso un’amicizia e rispetto dei ruoli. I 900mt di altitudine si sentono tutti, la piazzetta è ampia ed accogliente, in cui si apre più di un ristorante. In sala Ninni, cortese sommelier e sorridente signora di casa, annuncia le portate e il dirompente Gegè, che guarda gli ingredienti e li immagina come una bella donna, genuini, veri e procaci, da vestire con lusso e delicata appariscenza.
La mano ai fornelli, nelle cotture e preparazioni è ineccepibile e l’idea di vestire una pietanza come se fosse una bella donna all’atelier è davvero intrigante. Da qui l’abilità di presentare un san marzano fresco e ben condito, una vellutata di zucca elegante ed originale, delle mezze lune ai fiori di zucchina, ancora di gran gusto.
Gegè non ammicca a nessuno se non a se stesso, ed alla voglia legittima di primeggiare ed il premio saranno i suoi avventori a riconoscerlo. Verdure di gran gusto, cucina leggera ed elegante in una location gradevole.
Il secondo piatto è una guancia tenerissima con riduzione al nero di troia, che ti vien voglia di bissare, ma questo non è un posto da abbuffate, ma un teatro da godere leggeri, per almeno un paio d’ore.
La carta dei vini è di gran consistenza e varietà ed un Giancarlo Ceci bombino nero rosato ed un nero di troia dell’Azienda Agricola Selano, si allineano ai voleri del simpatico baffetto culinario.
La chiusura è freschissima, un’insalata di frutta e verdure equilibrate ed un gelato alle mandorle con vincotto di carrube esuberante.
Il posto è da perfettini e tutto è al suo posto, anche la gratificazione di una serata di buona cucina e chiacchiere divertenti.
Delfini ammanganati 🙂