Un fine settimana interessante, con un numero di telefono in tasca ed un appuntamento nel tardo pomeriggio. Ci arruotiamo un bel po’ di chilometri e ci dirigiamo a Depressa, una frazione di Tricase, verso il tacco elegante d’italia, ad “attenderci” il Barone Francesco Winspeare , manager senza frontiere della Cantina Castel di Salve. Siamo in anticipo per la visita e cerchiamo di avvantaggiarci in queste prime giornate estive, telefoniamo speranzosi, ma un gruppo di 40 ospiti francesi ci stoppa il Barone fino alle 17:00.
An interesting weekend, with a phone number in your pocket and an appointment in the late afternoon. We roll up quite a few kilometers and head to Depressa, a fraction of Tricase, towards the elegant heel of Italy, to “wait” for Baron Francesco Winspeare, manager without borders of the Cantina Castel di Salve. We are early for the visit and we try to take advantage of these first summer days, we call hopefully, but a group of 40 French guests stops the Baron until 17:00.
Ci adagiamo sulla panchina della piazzetta centrale, con a destra il Castello di famiglia e di fronte il Municipio, a goderci il fresco pomeridiano, con qualche raro passante incuriosito dalla nostra paziente presenza. Il tempo passa in fretta ad osservare la bellezza della quiete salentina, calda e ventilata al tempo stesso, come quelle viti di cui andremo a degustare l’essenza.
We recline on the bench in the central square, with the family Castle on the right and the Town Hall in front, to enjoy the cool afternoon, with some rare passer-by intrigued by our patient presence. Time passes quickly to observe the beauty of the Salento quiet, warm and breezy at the same time, like those vines whose essence we are going to taste.
La calma s’infrange nel dinamico gruppo di francesi sobri di negroamaro e grati alle orecchiette, ordinati salgono sul pullman con l’occhio languido e la bottiglia in mano.
Calm is shattered by the dynamic group of French sober in negroamaro and grateful to orecchiette, they get on the bus with a languid eye and a bottle in hand.
Entriamo finalmente nella sala degustazioni accolti dallo staff e da Francesco Winspeare per avviarci al giro della cantina fondata dal nonno Antonio nel 1885. Quello che emerge immediatamente è la descrizione del territorio, di questo altopiano salentino che guarda lo Ionio e culmina in una piccola depressione che accoglie questi vigneti fortunati, fra temperature elevate ed escursioni ventilate dal mare, un terroir minerale attraversato da canalizzazioni naturali di acque sotterranee.
We finally enter the tasting room welcomed by the staff and by Francesco Winspeare to set out on a tour of the cellar founded by grandfather Antonio in 1885. What immediately emerges is the description of the territory, of this Salento plateau overlooking the Ionian Sea and culminating in a small depression that welcomes these fortunate vineyards, between high temperatures and breezy excursions from the sea, a mineral terroir crossed by natural channels of underground waters.
La storia internazionale di Francesco si mescola bene con l’esperienza enologica Franco-Piemontese di una famiglia che ha trasformato pregiati vini da taglio in etichette di cru di gran rilievo. Una tecnica agronomica centenaria, vigneti da considerare ormai autoctoni, un’approccio enologico moderno con il top della tecnologia disponibile, la cura della tradizione da vigneron consumato, lascia poco spazio alla fantasia, i vini sono buoni e lo si nota immediatamente. Il giro ha il suo acme nella bottaia che ha in sé una storia alla Tutankhamon, ovvero una stanza murata che Francesco scopre insieme ai suoi familiari… il caveau dei vini nascosti dal nonno Antonio.
Inutile descrivere questi vini buoni e sinceri, disponibili al tuffo allegro della mosca nel calice e potrà interessare a pochi amici, ma a me è piaciuto moltissimo Lama del Tenente, che ho definito un taglio bordolese alla pugliese, winsperando simpatia alla gioviale ospitalità dell’omonimo blasonato Francesco.
It is useless to describe these good and sincere wines, available to the cheerful dip of the fly in the glass and may be of interest to a few friends, but I really liked Lama del Tenente, which I defined as a Bordeaux-style Apulian cut, winning sympathy for the jovial hospitality of the homonymous emblazoned Francis.
Atavolacoidelfini De..pressa 🙂