Lungo via Amendola e del campus universitario, aprendo l’accesso al centro città, entriamo diretti dalla statale 100 in un quartiere polifunzionale con uffici, l’ospedaletto dei bambini e tante proposte food.
Fra queste i Delfini scelgono il volto luminoso di Vincenzo De Giglio ed il suo Hagakure, cucina fusion in Japanese style, un locale aperto da qualche anno, già pronto a rifarsi il look.
A noi piacciono queste realtà convulse, produttive e futuribili, immediatamente disponibili ad un dialogo aperto e sereno.
Ambiente caldo, fashion e minimalista nel contempo, quando l’essenziale è consistenza e strizza l’occhio ad una fascia medio alta, di assoluta accessibilità per una serata di qualità per chiunque voglia scegliere Hagakure.
Ospitalità greca e dignità spartana, qui sono un must che ai Delfini fa rabbrividire la pinna ed affinare il palato.
Immediata la bollicina proposta, un metodo classico Franciacorta Marchese Antinori, elegante per l’aspettativa di un abbinamento di classe.
Il team è di quelli che ruotano in sala garbati e professionali, con presentazioni di Vincenzo, owner appassionato. Empatia al primo impatto già al Vinitaly, scambi di informazioni e sogni di qualità e valore.
La successione dei piatti è emozionante, dall’antipasto vegetariano con salsa di soia, wasabi, zenzero, fagioli di soia verde, ci avviamo ad una selezione di sushi e sashimi, che implementano l’esperienza delle bacchette.
La zuppetta d’ingresso è un preludio alle cappesante da urlo delle chef Leo, una scelta Canadese di sapori e qualità. I filetti varietali di pesce crudo gratificano e Vincenzo ci informa che l’azienda di famiglia è dotata di tre pescherecci che integrano gli acquisti di pescato per i ristoranti del gruppo.
La serata scivola fine e piacevole, con l’unica difficoltà delle bacchette, per degustare un menù che ci apre ad esperienze alternative.
La posizione all’ingresso di Bari in un quartiere d’affari, consente una pausa elegante di lavoro, una serata intima, per poi magari avviarsi nel centro cittadino convulso e storico nello stesso tempo.
Delfini samurai 🙂