La notte del 10 agosto, la notte delle stelle cadenti, nel cielo infinito, stellato, la Cantina di Venosa, erede morale di Orazio e di Gesualdo, due personaggi eclettici che hanno scritto la memoria storica della città di Venosa. Francesco Perillo ed Antonio Teora, sono alle redini di questa affermata cantina, e mi diverte pensare che siano i targhettatori moderni, del carpe diem e di tanti raffinati pensieri, Aglianico correllati, di quei saggi signori.
Riflessi di stelle evento quasi decennale brilla di luce propria, con grande impegno e senso di responsabilità sulla identità della Città di Orazio, insieme al rilancio della nuova linea “Verbo”, “Virgola” bollicine charmat, con il solco del “Carato Venusio”, quale espressione dell’Aglianico del Vulture di terra oraziana. La serata di gran festa accoglie molte migliaia di partecipanti. Quindi spettacolo della Rimbanband, mixology inedita di Paolino Nigro e la diretta di Radio Tour.
Con discrezione, ma di reale rilevanza la degustazione tecnica condotta dal Delegato AIS Regionale Eugenio Tropeano, quale riflessione a confronto fra l’Aglianico del Vulture e l’Amarone della Valpolicella. Un apprezzabile modello di proposta culturale enocritica, che in mezz’ora e senza strafare ha proposto argomenti, quesiti e strumenti di utile conoscenza.
Una serata lunga, intensa e di ampio beneficio, vissuto anche con il “carpe diem”, con l’occhio strizzato al mercato fuori dal cancello, per bere bene il vino dell’uva pigiata, in qualità crescente in quel mln di bottiglie da produrre.
Delfini venusini 🙂