Torre del Parco e Charme in Rosa si confermano forte richiamo per leccesi e turisti. Raggruppate sui banchi circa 140 etichette di vini rosati tutti Pugliesi, una panoramica mai completa della Regione che produce il 40% della produzione italiana, che si fregia di averlo imbottigliato per primo per la sua commercializzazione, sottraendolo volentieri al consumo delle famiglie contadine, quale vino migliore della convivialità rurale.
Ancora più interessante, oltre la degustazione che si è protratta fino a tarda notte, il convegno che ha riunito nella Torre alcuni interpreti dell’affermazione del rosato in Italia ed all’estero. Ais Puglia con la conduzione didattica culturale del Dott. Giuseppe Baldassarre, da quest’anno anche componente del direttivo nazionale, ne ha gran merito, perché aldilà delle sbicchierate per volumi da retail, ha in questi anni cercato di dare una chiave di lettura ad un prodotto che ancora parla della qualità, della sua tradizione ed ammicca ai numeri degli aperitivi più commerciali. La solita coperta da tirare su o giù, fatturare o informare, presentare o vendere, proporre o impacchettare. L’onda del fenomeno Puglia è sempre alta, ma lo tzunami è passato ed il mercato dei prodotti di qualità, da flat si presenta in autunno down, con i Cinesi pronti ad invadere il mercato europeo con milioni di ettolitri. Quindi i rinnovati referenti di marketing e Brand Ambassador delle cantine, dovranno interrogarsi su come dare convinta identità ai rosati pugliesi dopo averli resi più simili ai cugini francesi. Una proposta culturale sempre più affine ad aziende che lo proporranno in modo autonomo, in un mercato regolamentato ed agevolato dalla conduzione politico-istituzionale, che potrà intervenire sempre più in linea generale e meno in particolare. Il mercato è cresciuto e con esso le aziende, ormai adulte per affrontare l’anelato stile da Vigneron di qualità.
Delfini nellaTorre 🙂