Punta Palacia il lembo più estremo verso oriente ed il Porto Badisco, l’insenatura storica di approdo delle civiltà ai lati dell’Adriatico salentino, le rocce che si sollevano verso l’interno modellate dal bradisismo tellurico e le gravine scavate dalle piogge a carattere torrentizio, il profumo interno della vegetazione speziata e semigrassa della scogliera che si erge a collina sul mare. Di questo e dell’orizzonte blu del mare, è composto il Parco della Masseria Panareo, una dimora rurale di grande prestigio che offre stanze ed appartamenti distribuiti fra la corte conviviale e le deliziose unità abitative intorno al nucleo centrale.
La famiglia Zezza organizzata fra parte produttiva agronomica e gestione manageriale dell’hotel e dell’esclusivo ristorante, ospita in prevalenza un turismo poliglotta, attento e naturista.
Il Ristorante è stato affidato di recente allo Chef di lungo corso Raffaele Ingrosso, una pietra miliare di competenza culinaria affinata per 40 anni nel Modenese. Affiancato dalla compagna Sous Chef Melina, propone una cucina espressa di grande delicatezza ed equilibrio, prediligendo come si può ben immaginare la pasta fatta in casa e ripiena. Lo Chef ha anche a disposizione la produzione della masseria composta prevalentemente da ortaggi, erbe spontanee, cereali, frutta, olio, animali da cortile ed il vicino generoso mare.
La collinetta sempre ventilata, garantisce una cena a temperatura ottimale, ad accoglierci un calice di “PiccoleBolle” charmat della Cantina Duca Carlo Guarini. Antipasto elegante e strutturato con la tartare di tonno e gel allo spritz, il profumatissimo e tradizionale cubotto di maialino e verdure di campo e l’eccellente burratina su crema di sedano e ricci di mare, esplosiva.
Seguono i tortellini ai lampascioni e crema di salame in acqua e sale esemplari e l’ineccepibile zuppetta di ceci neri ai frutti di mare. Due piatti che raccontano tanto il territorio quanto la qualità dello Chef.
Passiamo al “Cento” Negroamaro della Cantina Castel di Salve, che si affianca benissimo al filetto di maiale su vellutata di fichi fioroni e fonduta di caciocavallo, piatto strutturato di grande succulenza e gusto e un tataki di tonno in salsa allo zenzero ammorbidito dalla crema di burrata, un piatto che ci ricorda il mare e le esigenze degli ospiti internazionali. Concludiamo con lo spumone, re della pasticceria alle mandorle salentina.
L’atmosfera serena, elegante e polifonica, agevolata dal servizio in sala preciso ed efficace, ci accompagna al desiderio di abbracciare morfeo nelle confortevoli stanze, tale che la sala ristorante in silenzio si svuota, quasi alla chetichella, rinviando il saluto alla colazione continentale del mattino, ma con calma! Molta calma!
Delfini sublimati 🙂