La cosa incredibile è che il ristorante di qualità si chiama “Zero polpette”, ma Chef Claudio Villella risponde ridendo: “che potevo fare è una frase di mio nipote per descrivere un piatto di mia madre, la mia vera insegnante”.
Nell’amatissima Calabria e nel paesello Motta Santa Lucia (Cz), nasce circa quarant’anni fa questo personaggio esplosivo. L’amore e la passione nel piatto, il sogno di imitare uno chef francese ritratto su un libro di cucina in cui si è imbattuto a soli cinque anni. Lo vedeva slanciato nella figura e autoritario con i baffi eleganti arricciati, il sogno oggi realizzato. Realizzato nella parte gastronomica più importante, perché la linea slanciata gli è ancora oggi negata dall’amore per la forchetta.
Ecclettico, fantasioso, preparato, simpatico, esuberante, grande esperienza in Piemonte ed un ristorante di successo avviato in Calabria. Oggi riparte scoppiettante con “Zero polpette”, il cui nome empatico è dissonante per la sua cucina ampia e di grande tecnica, dotata di una cantina in prevalenza regionale con ottime etichette.
Focoso ambasciatore della cucina calabrese, esperto conoscitore del pesce e funghi, risotti e ortaggi, si astiene con la determinazione che lo caratterizza ad esprimersi con il peperoncino e la ‘nduia. Potremmo dire che alla nascita due gameti nel crossing over li ha lasciati per strada! Questa scelta, sempre all’insegna della goliardia, apre la sua cucina ad un parter più ampio, si scrolla due prodotti classici e potenti e ne beneficia per lanciare la cucina regionale il più lontano possibile, prossimo sogno da realizzare.
Mare e monti, risaie e pianure, la regione più bella d’italia, senza il piccante, d’altro canto il vero peperoncino, la ‘nduia più impenitente è proprio lui, lo Chef Claudio Villella.
La cena parte sobria con un Bianco di Calabria IGT 2016 Zibibbo della Cantina Benvenuto, gradevolissimo e adatto ad accompagnare gli antipasti di grande pregio ed eleganza, come la guancia di cernia affumicata su yogurt di capra e salsa al mango e il trancio di cernia in olio cottura con una mousse di avocado morbida e carezzevole.
I primi piatti: il risotto carnaroli di Sibari alle noci, fichi neri e gamberi e gli strozzapreti agli scampi su crema di porri e tartufo nero del Pollino, sono energici e molto ben equilibrati, dalle emozioni gustative notevoli; gli ingredienti si riconoscono tutti, si esibiscono nelle varie consistenze e cotture e si riuniscono nel trionfo finale. Gran gusto!
Gli abbiniamo il Donnici Rosato Dop 2015 dell’Az. Agr. Cundari Eugenio, di gran carattere, dai profumi di fine qualità e dal gusto pieno e persistente.
Il secondo piatto è la gustosissima tagliata di pesce spada su cipolla di Tropea e burrata. Fuori progetto, le sfoglie di patata della Sila con uovo pochè su fonduta al caciocavallo e tartufo nero, una leccornia gourmet.
Claudio ci ha lasciato un segno profondo, una testimonianza forte della vitalità della cucina di Calabria, umiltà passione e simpatia, un viaggio da ripetere.
Delfini Svillellati 🙂