Charme in Rosa, tenth edition – Lecce
Siamo al decennale con assoluto merito dell’intuizione di Amedeo Pasquino, ad oggi vicepresidente emerito di AIS Puglia, che celebra in questo giorno il traguardo quale seconda regione AIS Italia per numero di associati, lo stabile inserimento nel consiglio nazionale di Giuseppe Baldassarre e la nuova nomina alla direzione della Puglia all’eclettico Giacomo D’Ambruoso.
We are at the tenth anniversary with absolute merit of the intuition of Amedeo Pasquino, currently vice president emeritus of AIS Puglia, who on this day celebrates the milestone as the second AIS Italy region by number of associates, the stable insertion in the national council of Giuseppe Baldassarre and the new appoints the eclectic Giacomo D’Ambruoso as director of Puglia.
La serata si è avviata scoppiettante ed impeccabile con il preambolo a quesito di Michele Peragine. Michele insiste sul tema “il rosato va preferito carico della sua accattivante cromia e dotato di struttura e carattere che lo identifichi come pugliese”. Lo incalzano il Senatore Dario Stefano e l’ottimo Antonello Magistà, volendosi ovviamente avvantaggiare del più ampio spettro di sfumature di colore, di struttura possibile e di consenso. Il rosato nasce come vino da tavola, la lacrima veloce sulle bucce, vivace nella terra dei frizzanti degli anni del dopoguerra. Da sempre figlio minore del “vino doppio” il rosso, prima da taglio, oggi eccellenza costosa conosciuta nel mondo, il vino rosato per acquisire nobiltà ha anche inseguito il colore “cipolla” od il ramato, che ha ampliato la scala cromatica di valutazione degli stessi sommelier. Dopo la storia del Five Roses nella bottiglia di birra dell’ufficiale inglese, la realtà si è mescolata nella ricerca del migliore target di mercato, d’altro canto anche i francesi di Provenza vendono tanto rosato tenue, ma premiano quelli più strutturati ed Elizabeth MW Gabay docet. Da degustatore indirizzo la mia preferenza al rosato di prima spremitura con un bel colore, di buona struttura e magari anche vivace.
The evening started crackling and flawless with the preamble to question by Michele Peragine. Michele insists on the theme “the rosé must be preferred loaded with its captivating color and with structure and character that identifies it as Apulian”. Senator Dario Stefano and the excellent Antonello Magistà pursue him, obviously wanting to take advantage of the widest spectrum of shades of color, possible structure and consensus. Rosé was born as a table wine, the quick tear on the skins, lively in the land of the sparkling wines of the post-war years. Always the minor son of the “double wine”, red, first blended, today an expensive excellence known in the world, rosé wine to acquire nobility has also pursued the “onion” color or coppery which has expanded the chromatic scale of evaluation of the same sommelier. After the story of Five Roses in the English officer’s bottle of beer, reality has mixed in the search for the best target market, on the other hand, the French from Provence also sell a lot of soft rosé, but reward the more structured ones and Elizabeth MW Gabay docet. As a taster I address my preference to first pressing rosé with a beautiful color, good structure and maybe even lively.
Non ho potuto ovviamente degustare tutte le etichette proposte, di cui ho fatto obbligata selezione preliminare, inoltre fra le selezionate non tutte erano disponibili all’assaggio, ma ad ogni modo la mia preferenza è ricaduta su Maccone 17 della Cantina Angiuli.
Obviously, I could not taste all the proposed labels, of which I made an obligatory preliminary selection. Furthermore, not all of the selected ones were available for tasting, but in any case my preference fell on Maccone 17 from Cantina Angiuli.
Un doveroso ed emozionato saluto a Massimo Gianfreda presente alla serata e componente dello storico team di professionisti di sala dell’Hotel Patria Palace che negli anni 2000/2015 un’eccellente, per me indimenticabile, espressione dell’ospitalità alberghiera Italiana.
A dutiful and emotional greeting to Massimo Gianfreda present at the evening and member of the historic team of room professionals of the Hotel Patria Palace who in the years 2000/2015 an excellent, unforgettable for me, expression of Italian hotel hospitality.
Il più grande in bocca al lupo a Giacomo D’Ambruoso, perché i cambiamenti per essere tali, richiedono un prezzo che non consente “indecisioni” per il neo Presidente, che sa già cosa fare.
The greatest good luck to Giacomo D’Ambruoso, because the changes to be such require a price that does not allow “indecision” for the new President, who already knows what to do.
Atavolacoidelfini rossati 😀