Base aerea 36° stormo dell’Aviazione Militare Italiana, orgoglio ed eccellenza della regione Puglia sempre più affacciata alla comunicazione ed ai mercati internazionali. La rassegna vini dolci di Puglia, si fonda sulla tradizione ampelografia di vitigni regionali consolidati e delle produzioni che hanno rappresentato una fonte di reddito importante per i nostri “padri vignaioli”. Oggi moscato, malvasie, vini passiti e dolci naturali, sono chiamati all’esame dei mercati globali e dell’enologia organizzata in azienda e sollecitata dalla ricerca e dal miglioramento genetico su base ampelografica.
Il convegno promette tanti interventi e si apre con il saluto dell’ottima gerarchia militare, che esibisce una organizzazione ed una ospitalità impeccabile e professionale, tanto da poter essere da auspicio e modello a tante brigate di grandi strutture del mondo enogastronomico. Scalda l’ambiente l’intervento del Sen. Dario Stefano: “ finalmente cominciamo a smettere di guardarci l’ombelico ed affermare quanto siamo più bravi e più belli, chiusi in casa nostra”. La Puglia ha raggiunto grandi risultati con il 60% di prodotto imbottigliato ed un gran lavoro di divulgazione culturale di cui attribuisce all’AIS, meriti ed impegno continuo.
Una proposta in controtendenza in un mercato che esprime gran parte dei volumi in vino sfuso, proporre in bottiglia Doc e Docg, obbliga a rispettare le regole di qualità e di valore identitario.
A seguire il Dott. Lanotte ed il fascino delle malvasie, vitigni eterogenei importati dai veneziani, mercanti e navigatori, la cui superficie di impianti risulta essere notevolmente ridotta, con il suo varietale più originale della Malvasia bianca lunga. 51 vitigni Pugliesi descritti su www.biodiversità .it con le tecniche esperienziali di appassimento su pianta, fruttaio, che hanno confuso ed incluso varietali dal prodotto dolce, ma di certo non malvasie. L’intervento di Massimiliano Apollonio nella qualità di Pres. Assoenologi Puglia e Basilicata è un warning sulla qualità delle comunicazione fuori regione e delle difficoltà di espansione dei nostri vini in segmenti anche già affermati. Una richiesta di riattualizzare la tradizione consolidata per stile e modus operandi. Seguono le esperienze di enologi e produttori che testimoniano come le malvasie ed i vini semiaromatici ed aromatici siano inseriti nei vari disciplinari di produzione Dop d’Italia, bianchi rosati e rossi, migliorare le basi per risultati di gran rilievo. D’altro canto ricordano, questi vini hanno spopolato nell’800, nei mercati del nord Europa che chiedevano vini dolci e morbidi. Conclude l’intervento l’enfasi culturale del Dott. Giuseppe Baldassarre, aneddoti, curiosità riservate a questi vitigni, torcere i grappoli, disidratarli in ceste di vimini nell’acqua di mare, medicamento e nutrimento energizzante per i Greci.
In finale, premi e degustazione di circa 100 etiche nell’hangar preparato per la grande festa dei numerosi partecipanti.
Delfini instormo 🙂