Le sere qui sono sempre calde, la primavera ed i fine estate, quando l’aria appena fredda dell’inverno lascia il posto al calore e quando il calore dell’estate, cede al fresco dell’inverno, i tramonti sul lungomare e sulla ringhiera della città vecchia sono, magici, luminosi e colorati. Cenare al 42° parallelo, vuol dire aspettare il fresco e passeggiare seguendo il profumo del mare, del pesce, delle cozze.
Taranto vecchia, verso il Ponte di Pietra, dove c’è la piazza dell’orologio storico, più bella di quanto non sia stata, Piazza Fontana, la Pensilina Liberty settecentesca del mercato del pesce, hanno tutte le tonalità, le sfumature e le note forti della mia città, dei pescatori, dal temperamento spartano e dal carattere piccioso.
In questo tratto, c’è il mercato del pesce, tante pescherie con cucina e ristoranti marinari, fra le vecchie, umide ed antiche mura delle case della città antica, che si accatastano con strette viuzze moresche, intorno alla Cattedrale Romanica dal cappellone Barocco policromo di San Cataldo.
Noi Delfini, scegliamo di conoscere, il caratteristico ristorante “Vecchi Sapori Tarantini”, ammiccati dagli occhioni dell’amica di fornelli di Tiziana, la Spartanissima, tosta, dolce Viviana.
Da circa dieci anni Giorgio, con il papà Cosimo e la sorella Rossella ha rilevato la gestione di questo angolo di Taranto, dove passa la processione notturna dell’Immacolata, nell’affollatissima settimana Santa di rito spagnolo e dove è possibile che qualche giovane monello dispettoso, passeggi sul cofano delle auto parcheggiate…sacro e profano.
Giorgio, cuoco dotato di grande gentilezza e grande osservatore, nei primi anni si è avvalso dell’assistenza in cucina delle signore anziane, abili cuoche della città vecchia, apprendendone riti e capacità in cucina, la cozza, il pesce di paranza, l’insalata di mare e via via, per riproporre piatti più vicini ai suoi gusti.
Quindi il “must” è la pepata di cozze, le cozze gratinate, la frittura mista e di paranza, calamari e seppie in umido e siete già in alto mare con gli ottimi crostini di pane fritto. I primi piatti che abbiamo scelto sono le tagliatelle scampi, vongole ed asparagi, deliziose, ed il cavatello con le cozze e menta da provare.
Buona l’idea della cotoletta di calamaro, imbattibile la frittura.
Riuscire a cenare nella Taranto post moderna, in ristoranti dai tratti storici, gentili ed ospitali, con questa materia prima, meravigliosa e popolare è un’opportunità ancora da sfruttare.
Delfini impepati 🙂