Arrivarci in cima non è cosa da poco, bisogna percorrere una quindicina di chilometri attraversando la suggestiva cresta boschiva che unisce Puglia e Basilicata, oppure trovare un varco dalla Basentana, da Vaglio o dal vicino capoluogo di Regione. Sali e scendi, curve e pendii, ci vuole un’auto robusta ed un autista serio.
Ne vale l’impresa, amo la Lucania e la percorro da oltre venti anni ed i suoi panorami si stagliano forti ai miei occhi a partire dai racconti del fiume Galeso, dal profumo del vino di Orazio da Venosa, che sapeva unire il mare alle montagne. 1200 abitanti con una comunità di profughi di oltre 5000 Cancellaresi in Argentina dove continuano a confezionare per sentirsi a casa, la famosa salsiccia a catena e ballare le danze delle fascinose “Pacchiane”, burrose popolane.
Richiami unici di risonanza internazionale, la passione per le danze, il folklore si rinnova ogni estate a Cancellara e poi in giro per il mondo. In questa edizione sono ospiti il gruppo dal Messico, dalla Serbia e dal Molise con l’esibizione aggiunta dei veterani in maglia rossa de “La Rondinella” di Cancellara.
Misterioso il giro notturno fra i vicoli illuminati, apre la mente alla storia longobarda e normanna di questo paese, ammiriamo il raro orologio a meccanismo con contrappesi in pietra e lettura a sei ore.
Il Castello impera, vigila sulle chiacchiere della Piazza del Sedile ed annuncia la chicca della Chiesa di Santa Caterina con un affresco di scuola giottesca gemellabile alla sontuosa chiesa di Santa Caterina a Galatina (Le). Passeggiare insieme alle tre guide coordinate dall’esperta Antonella, aiuta a capire e smaltire la porchetta da record. Il recupero di questo borgo antico con il rispetto delle architetture, sono prospettiva lungimirante dell’amministrazione comunale, che dovrà partorire delibere in sua tutela e consolidare un patrimonio immobiliare costruito sulle frane della storia. In centro la via delle cantine, un basolato che copre il tetto di roccia delle antiche cisterne di vino, l’esposizione di cimeli bellici e la fontana mitragliata dai tedeschi in fuga dal secondo conflitto mondiale. Viaggiare è immaginazione, degustare è testimoniare l’esistenza di sapori.
Di rinomata qualità sono le carni degli allevamenti, pascoli ed acqua sono abbondanti, i salumi, le braci di vari arrosti sono un richiamo fortissimo per i buongustai, per cui non mi sorprende di trovare una perla di allevamento di maiali neri. Lo gestisce l’Ing. Emilio Marottoli con moglie, figli, fratello e cognati, alleva allo stato brado circa 300 maiali neri in quarantacinque ettari di bosco, seminativi, frutteto e orto coltivati nel modo più naturale possibile, per nutrire gli ospiti a quattro zamponi neri.
Allevamento sito nella valle della Tenuta di famiglia, condotta a rimonta interna con semplice efficacia e pratiche agronomiche con lo sguardo a Rudolf Steiner. Il risultato è di inequivocabile qualità.
Gli insaccati in degustazione si ossidano e lacrimano, come gli stagionati della dispensa della migliore tradizione di Cancellara. Antipasti con sott’olii ed ortaggi locali, esaltano l’appetito insieme alla caponata di verdure dell’orto cucinata da Emilio, una bontà. Gli abbiniamo un’Aglianico giovane e profumato, per affrontare le orecchiette al ragù di agnello e maiale di ottima cottura. A questo punto esplode la professionalità alla brace di Emilio, uno show da churrascaria, le carni sono la differenza, la loro conoscenza nei tagli e la loro cottura, il valore aggiunto. Stiamo descrivendo una cucina che esprime una tradizione di qualità, frutto di esperienza, riti e cultura sincera.
La famiglia Marottoli da Cancellara nati al primo piano di quel Castello e guidata dall’ingegnere-allevatore Emilio, dimostra che la tradizione, la cultura ed il lavoro serio d’impresa possono rendere florida l’economia di una piccola comunità ed insieme alle sue peculiarità storiche, renderla conosciuta in località lontane.
Delfini bradi 🙂