Ci troviamo a Specchia in uno dei borghi più belli d’Italia, un vecchio magazzino che svetta sulla parte alta del paese, a 50 metri nella notte si vede il bellissimo campanile del centro. Ci accoglie Sigfrido Sanapo, il simpaticissimo proprietario di questa trattoria, una sala curatissima con addirittura una vecchia macchina del grano in legno ed una terrazza estiva mozzafiato. Un locale che viaggia sempre pienissimo in ogni momento dell’anno, un tuffo nella tranquilla profonda provincia leccese a due passi da Tricase.
Si parte con antipasti di mare e terra, caldi e freddi. Buonissime le alicette fritte, le cozze gratinate e gli involtini di spada, sconvolgente il cavolo con pecorino fuso e pancetta, i formaggi selezionati ed i gamberi viola, gli abbiniamo preciso il rosato di Cantele. Il primo piatto è appagante, pappardelle al ragù di cinghiale, con il “Notarpanaro” di Cosimo Taurino, due cantine storiche e vicine.
Piatti caldi ben preparati, cotture precise, profumi e sapori corroboranti, in cucina non c’è chef, si affaccia il giovane ragioniere ventiduenne Anselmo Ferramosca, un “fissato” così si definisce ed il risultato voluto con tanta determinazione è assolutamente centrato. Seguono pezzetti di cavallo profumati a cui abbiniamo “Priante” della Cantina Castel di Salve, una strada conosciuta e sicura. In cucina ci si diverte e ci propongono, un baccalà con gli sponsali e pomodori eccellente ed una frittura di totani e gamberi da manuale.
Questo posto fa molto riflettere, una trattoria di successo condotta con dedizione, professionalità e gentilezza da un team che non fa una piega con la sala a tre cifre. Probabilmente non troverete perfezionismi da funamboli, ma una eccellenza gastronomica di una cucina salentina intatta, in cui le uniche cose fuori schema sono il nome e l’acconciatura di Sigfrido, il resto è ineccepibile.
Conclude la cena il Panettone Artigianale D’italia 1° Classificato, del Pastry Chef Giuseppe Zippo…meraviglioso.
Eseguire bene quello che si conosce è un merito di assoluta professionalità, per il quale da questo posto ci si aspetta una qualità costante capace di mettere “la Cuppuledda in capu” a tanti.
Delfini incuppulati 🙂