Cinquant’anni, una storia lunga e blasonata per una cantina che ha cominciato ad imbottigliare già dagli anni ‘80, il terribile anno dei bisolfiti, che azzerò la reputazione di tanti vignaioli.
Damiano, energico discendente della famiglia Calò, da generazioni ha incentrato l’attività agricola, di produttori di uva da vino, sulla passione per il rosato e la tecnica di vinificazione a lacrima, spremitura soffice, con i colori, i profumi e la forza del negroamaro completato con la malvasia nera.
Un’azienda che fonda e prevale con “Rosa del Golfo” la sua etichetta di rosato, il suo core business, una storia di innovazione a tutela di una tradizione enologica cristallina.
La vigna e l’etichetta “Portulano” esprimono l’essenza dei vecchi vigneti, che gratificavano il nonno ed il coraggio del Papà Mino ad emigrare al nord per vendere il proprio prodotto, mantenendo salde le radici produttive ad Alezio.
La fortuna si materializza, l’incontro con Veronelli ne determina la svolta ed il riconoscimento fra le aziende più note in Italia. Fondamentale l’approccio culturale che ha portato i Calò a studiare enologia e confrontarsi con coraggio alle pressioni del mercato sempre più uniformato nelle richieste.
La degustazione è un viaggio di chiara emozione, dalla bollicina classica prodotta con negroamaro e chardonnay, un brut rosè di buona qualità, “Rosa del Golfo” e “Vigna Mazzì” un rosato barricato di grande piacevolezza. I rossi, equilibrati ed eleganti si esprimono con la fantasia del blend “Quarantale” e dalla potenza di “Portulano” di cui la famiglia Calò dona la degustazione ai presenti dell’annata 1990, ancora integra.
La sala è gremita per la celebrazione di questi cinquant’anni di qualità ed il legame con gli operatori del territorio è molto forte. In tutta la storia un ruolo fondamentale lo gioca, la sensibilità dell’enologo Angelo Solci, un lombardo che ha fatto da ponte, come spesso è accaduto in questi anni ad accorciare le distanze non solo geografiche di un’Italia, stretta e lunga.
Mezzo secolo di bottiglia e due secoli di viticultura, consentono a Damiano Calò di esprimersi con decisione e forza, per quanto la sua famiglia abbia amato ed ami produrre vino che rispetta le proprie uve.
Il territorio, i vecchi vigneti e le escursioni termiche marine si sentono vive e solide nei calici, per i quali la degustazione conduce chi beve a giudizi e riconoscimenti di merito e qualità inequivocabili.
Delfini Mazzì…ati 🙂