Lo sguardo verso l’infinito, 700mt circa, il bosco che incornicia il Toppo verso i 1000mt, in basso il seno vulcanico spento di Monticchio, il lago riserva naturale trabocca verso il seno più grande, cinque chilometri più giù, lontano, dove si raccoglie la folla turistica e vacanziera più frenetica.
Qui invece dove volano le aquile, la grotta dell’eremo di San Michele, un vicolo cieco nel bosco fitto e lussureggiante, la tappa finale premio di un percorso pieno di curve che termina con un’asfalto disgregato e ciotoloso.
Gli asceti, le civiltà antiche hanno sempre saputo riconoscere il meglio e qui siamo ad un passo, dal paradiso dei boschi, montagna, lago e natura.
L’ultima tappa, 500mt prima dell’Abbazia di San Michele, ci propone Borgo Villa Maria, un hotel con 30 stanze, piscina, prato con parco attrezzato. Un rifugio dove si compie l’accettazione del Sè, al vostro arrivo il sorriso del volto Celtico tutto Lucano, Maria la giovanissima proprietaria, Bocconiana di adozione. La sua storia è simile alla famiglia stellata degli Sgarra di Andria, il papà vola via cinque anni fa con le farfalle Bramea a colorare con le lucciole, il bosco impenetrabile. Maria rientra da Milano, si aggrappa all’albero della vita, opera e sogno del papà e rilancia la pensione di famiglia in questo possibile Resort.
Respiri il bosco, l’aria fine, le castagne, le noci ed i funghi porcini e galletti, percorri viottoli a piedi o con il Quod, arrivi alla spiaggetta che si apre nel bacino calmo ed accogliente ricco di vegetazione viva ed intatta. Mi vedo pagaiare sulla mia canoa, nuotare in questa piscina naturale profonda 40mt, girovagare con un windserf e poi inforcare la mountain bike per ascoltare il vento permanente.
Continuo a sognare, la neve d’inverno ed un bagno nella piscina scoperta e poi una doccia calda, la chiamano sauna finlandese o cimento di capodanno, qui è roba tonificante di ogni giorno.
La cucina è presidiata dal giovanissimo Chef Emilio Del Buono, venticinque anni, esperienza a Forte dei Marmi dallo Chef Gianluca Grosso, ed ora ad interpretare una cucina tradizionale con la fantasia ed i colori acerbi della sua età, gustosa dalle cotture perfette, dall’estro in standbay.
La proposta dei vini è vulturina ed io sogno qui, una seconda carta oltre regione con tanti vini e tante birre artigianali, dai mille profumi, come questi boschi, questa cucina, questa ospitalità.
I piatti parlano con gli occhi, una vera goduria, come un’abbraccio stritolatore, abbinato all’Aglianico “Michelangelo” etichetta della Cantina di Rionero, una doc gia’ buona che anela alla verticale con la docg e la sua riserva, unica in Basilicata, l’immaginazione galoppa, l’appetito si placa, il desiderio si consolida.
Un fine settimana lungo, quattro giorni, volano leggiadri come la farfalla Bramea, specie unica protetta, che si posa verso la felicità sull’albero della vita.
Delfini imboscati 🙂