Chiediamo indicazioni per degustare le rane, una prelibatezza raccontata della bassa mantovana, che a noi un po’ ci fa riflettere sulla scelta professionale che abbiamo preso. Vabbè coraggio e forchetta, ci hanno indicato un tale Nizzoli Arneo di Villastrada di Dosolo. “Andate..”, ci dicono, questo non è il periodo migliore perché le rane sono in amore e quindi dimagriscono, e lui “Arneo” è il top.
Ci affidiamo al navigatore ed è la fine, ci troviamo a districarci in un labirinto di canali fra risaie e campi sterminati, verdi e pianeggianti di queste terre lombarde, dopo 40 minuti di strada senza neanche incontrare Don Abbondio o Don Camillo, arriviamo in questa piccola frazione rurale dove il ristorante spicca come un casinò a Las Vegas, colorato, illuminato e fastoso. Arneo uomo da ottanta albe è un fenomeno, intrepido interprete della cucina mantovana, cuoco del cenacolo culinario del grande Zavattini. Arneo ha pubblicato e sfidato tutti con le sue ricette alla zucca, le lumache, la mitica maialata rituale medioevale che unisce convivialità, storia e languori.
Arneo non si può descrivere, colorato, istrionico, vulcanico è sempre poco il merito da dare al dialogo della sua indiscussa folle intrigante genialità.
Arneo va visitato almeno una volta nella vita, ne vale la pena, per i suoi risotti dolci, le rane saporite e la vita raccontata dagli occhi umidi di un uomo che fiero ha reso la cucina italiana una perla nel mondo.
Generoso ci regala un libro e ci scrive una dedica, forse da uomo che vive di sensibilità, ha conosciuto la follia di chi azzera la propria vita professionale per vivere un sogno di libertà intellettuale.
Il lambrusco dop ha l’etichetta con disegnato il quadro che raffigura gli amici di tavola, quei signori colti e lungimiranti che in quell’incrocio di case hanno saputo riconoscere il genio puro di un uomo inimitabile Arneo il Magnifico.
Delfini girini 🙂