Se è lacrima commuove, vuol dire che siamo stati a Manduria (Ta), in casa Attanasio a trovare Luca. Un palazzotto storico di famiglia con la cantina nel seminterrato che accoglie la bottaia, pochi metri quadri di profumi di-vino.
L’architetto del primitivo, una etichetta per tipo: il secco, il dolce naturale ed ora il rosato, la lacrima che da ogni pressatura soffice si aggiunge, per un equilibrio dal colore cerasuolo brillante.
La visita è rapida, sono sufficienti 30 minuti per una gioielleria fatta di pochi splendidi pezzi.
Luca quando racconta, spesso chiude gli occhi ed elenca preciso come un ragioniere allo sportello, le fasi di una competenza fatta di chiari dettagli. Il torchio francese e l’esperienza del cugino vignaiolo toscano, lo hanno indotto a produrre il suo vino fatto da microvinificazioni di piccole vigne, poi passa tutto nel legno in vari e diversi affinamenti, per un unico prodotto l’Attanasio di quell’annata.
In giro da sempre per ristoranti, ancora rido al ricordo dell’esclamazione dei ristoratori “è finito l’Attanasio 2008 e mo’?…devo trovare le annate successive”.
La verticale delle annate di Luca è come una collana, una perla dopo l’altra e quando sembra che termini il suo racconto, hai già scoperto un’altro capolavoro.
Lo bevo da sempre è lo cerco ovunque.
Delfino rosato 🙂