Dolce, piccola e succosa bivalve, a Taranto la chiamiamo cerasa o ciliegina. Allattamata o più scura esprime la dolcezza delle acque dei Citri. Dai fondali del mar Piccolo e nel circoscritto mar Grande, dalle isole San Pietro e San Paolo.
Fuoriescono gorgheggianti questi sbuffi d’acqua, rigogliose fontane sottomarine, rigurgiti d’acqua che convogliano allegri e scherzosi dalle murgie tarantine. Minerali e fresche, per centinaia d’anni hanno ridotto la salinità di questi fazzoletti di mare coltivati a giardini di zoche di cozze. Buone, le dolci cozze tarantine, nessun retrogusto amarognolo, piccole ed esplosive, “n’u zucchere e c’è zucchere”. Speriamo di rivederle presto ricrescere nei semenzai dei nostri cozzaroli insieme alle ostriche dimenticate.
A Taranto quando si voleva stuzzicare una bella ragazza le si diceva irriverenti “sei proprio una cozza” liscia piatta e nera, la verità e che le tarantine, come le nostre cozze sono succulente, saporite e di carattere, le fiere donne Spartane.
Questo olio su tela di Tiziana, con il suo pennello spelacchiato, i suoi occhi azzurri come il mare di tramontana, lo ha dipinto circa 10 anni fa, per un concorso regionale di pittura. Fu anche premiata dalla commissione e da un’applauso del pubblico. Lo ricordo come fosse ieri, anche perchè lo dipinse ispiranta dalle mie escursioni in pescheria, dalle quali tornavo sempre con non meno di 5kg di cozze… e vai, aperte sul fuoco, riso patate, cozze e zucchine come voleva la Nonna Caterina, fritte, “arraganate”, a insalata, con tubetti aglio e prezzemolo. Le troverete, fra le sue ricette, i suoi quadri, l’arte, il talento e l’amore per le cose belle.
Delfini allattamati 🙂