La Regione Marche è tale in quanto unione dei territori di quattro province, da Ancona risaliamo il fiume Esino, per passare da Jesi, Fabriano ed affacciarci nella valle che ospita alcuni centri abitati, fra i quali Matelica. Siamo a circa 350mt d’altezza in una valle perpendicolare al mare e quindi isolata dal suo benefico influsso. Incontriamo le insegne di industrie note, oggi un po’ meno, come la cartiera di Fabriano, Merloni, Ariston e l’azienda software più grande d’Italia. Qui nacque il Dott. Enrico Mattei, coraggioso ingegnere, sognatore pagante, per un mondo dal futuro migliore.
Sembra che a scuotere dai sogni gli abitanti di questa valle incontaminata nell’aria, nei fiumi, nella campagna, ci sia voluto il duro, spietato terremoto del 24 agosto 2016, che ha azzerato anche l’Università di Camerino. Una valle ai limiti della zona rossa azzerata, ma mai piegata, fonda il rilancio economico nell’incremento delle proprie eccellenze, miele, agricoltura, allevamenti, cultura, arte ed al top Il Verdicchio di Matelica riserva docg.
Siamo qui per il Cinquantenario, la festa per il vitigno emblema di questa gente, celebrata nel teatro storico, nel foyer sede dell’Enoteca Regionale, nel museo con i dipinti del maestro Bellini, con una cena epicurea sotto le stelle di Piazza Mattei, brividi ed emozioni.
Ad accoglierci il Sindaco Alessandro Delpriori, il presidente dell’Associazione Produttori di Matelica Umberto Gagliardi, il Presidente dell’Ist. Marchigiano di Tutela Vini Antonio Centocanti, Alberto Mazzoni , l’enologo Roberto Potentini e la rappresentanza universitaria. In giro, palazzi e arte puntellata, lesionata, un’economia provata, ma il must dei relatori è: pochi aiuti e tante idee che camminano sulle proprie gambe. Le tredici aziende della docg, quanto i 700 produttori dell’area doc più vasta e tanti altri, contribuiscono tenendosi più uniti possibile intorno al Verdicchio, vero innesco per tornare a volare.
L’Università propone un master in enologia e marketing, ma il fiero servitore del Re Verdicchio è l’enologo Roberto Potentini, un chiaro, competente, abile oratore della sua valle. Una spinta fortissima, per gli storici produttori del verdicchio riserva docg di qualità internazionale.
Il vino, di un colore giallo, brillante, la forte acidità ed i sentori che vanno dall’anice alla frutta bianca, alla mineralità del vino giovane, che già gratifica, ma che consente e premia un’attesa di due, tre anni fino alle eccellenze dei dieci. Il clima continentale di questa valle, soleggiata di giorno e fredda di notte, regala acidità e vendemmie tardive, struttura e longevità.
Personalmente in questi giorni ho imparato ad amare il Verdicchio dal secondo anno dalla vendemmia, con i riflessi sempre più dorati ed il bouquet più evoluto, come l’emozione di un Maccagnano del 2008, Gegè del 2009 e le aspettative di Meridia 2013 e Materga 2014. Nel mezzo c’è né per tutti con uno sguardo al Sauvignon, idrocarburi, grafite e pietra focaia per somiglianze lontane.
Un vitigno sano ed energico, che pone le basi per vini di qualità, che se non sprecati alle lusinghe giovanili, con l’aiuto del tempo dell’affinamento in cantina e le risorse di attesa di un’economia provata, regala bottiglie preziose ed uniche.
I tredici moschettieri di Matelica Belisario, Cavalieri, Gagliardi, Tenuta di Rustano, Bisci, Collestefano, Lamelia, Provima, Borgo Paglianetto, Colpaola, Gatti, Maraviglia e Le Stroppigliose, uniti in convegno, in degustazione tecnica , per le vie dello street food e nella elegante cena-show cooking con lo Chef Diego Bongiovanni , agevolati dall’allegria dell’ospite Dario Ballantini, celebrano il loro ritorno al futuro con la forza, la freschezza, la longevità del loro skill migliore il Verdicchio di Matelica superiore riserva docg.
Delfini Matt(e)i 🙂